Parnaso Italiano
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Annibale Caro [1507 - 1566]
Rime [1757]
Rime [1757]
L
Giacea vòto d’amor, colmo d’obblio
d’ogni vitude, immondo, egro e difforme l’uman legnaggio, e la sua luce e l’orme avea smarrite, onde si poggia a Dio; quando d’un vivo ferro un lampo uscìo con voce che dicea: — Terrene torme, qui l’eterno fattor, perché v’informe, la sacra legge sua scrisse e scolpio. — Vide il mondo il suo lume e sentì ’l suono; ma ne le spoglie e ne le note, offeso da soverchio splendor, gli occhi non fisse. Cadde in tanto il caduco, e ’n polve e ’n tuono dileguossi; e ’l celeste al cielo asceso, ciechi lascionne ed in più folta eclisse. 10: ne lo speglio > ne le spoglie. | 5 10 |
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