Parnaso Italiano
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Annibale Caro [1507 - 1566]
Rime [1757]
Rime [1757]
VIII
Ben ho del caro oggetto i sensi privi,
ma ’l veggio, e ’l sento, e l’ho nell’alma impresso; come suol egro, che da sete oppresso versa ognor col pensier fontane e rivi. E s’io qui mi consumo, e ’l mio sol ivi altrui risplende, Amor, dille tu stesso come di sì lontano ancor l’appresso, e com’è che di duol gioia dirivi. Dille, mentre l’attendo e la desio, mentre ’l suo nome sospirando invoco, con che dolce memoria in lei m’obblio. Dille che non fia mai tempo né loco che spenga o scempi pur l’incendio mio; poi ch’ardo più, quanto ho più lunge il foco. 11: obblio: in questo e nei sonetti XLII e L, uniche oscillazioni nel canzoniere. | 5 10 |
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