Parnaso Italiano
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Ciro di Pers [1599 - 1663]
Da “Poesie”
Da “Poesie”
XIII
La divina predestinazione e grazia conforme Sant’Agostino.
La divina predestinazione e grazia conforme Sant’Agostino.
O Muse, o voi ch’ove ’l Castalio inonda
bever torbidi umori a sdegno avete, ma del sacro Giordan lungo la sponda v’è diletto appagar più nobil sete, datemi note ad abbassar possenti l’orgoglio ond’uomo in suo voler si fida, e si crede appressar gli astri lucenti se sua cieca ragion prende per guida. Ah, che gli occhi de l’alma adombra a l’uomo caliginoso orror di nebbia inferna, da che la destra a l’interdetto pomo stendendo offese la giustizia eterna. Quindi da false imagini di bene deluso, ognor va d’uno in altro errore; né pur in mente un sol pensier gli viene che l’inviti a calcar strada migliore. Né forza ha d’eseguir quanto comanda la sacra legge del verace nume, se divino favor dal ciel non manda di grazia in lui non meritato lume. Allor col proprio arbitrio al ben ch’intende e volontario e libero si move; allor per l’erta faticosa ascende, ché sono a sciolto piè facili prove. Allor declina i precipizi, allora fugge i delitti in fra i diletti ascosi; non han per lui sirene arte canora, non han per lui vaghezza ostri pomposi. Tutto in virtù di quell’interna aita, ch’a suo piacere il gran motor dispensa, dagl’influssi di lui l’anima ha vita; egli la pasce ad invisibil mensa. Nulla abbiam che sia nostro; il vanto cessi d’un retto oprar, d’una costante fede; diasi pur lode a Dio; da lui concessi tai doni son, né merto alcun precede. L’alto voler divin, prima che l’ali spiegasse il tempo a infaticabil volo, avea descritti entro gli eterni annali gli eletti ad abitar là sovra il polo. A questi ei preparò gli empirei seggi, a questi agevolò gli aspri sentieri; tu che ti fidi in tuo poter, vaneggi; giunger là senza scorta indarno speri. Ben ha folle pensier chi si promette più di sé che di Dio. Fidiamci in Lui, e stimiam libertà ciò ch’ei commette pronti eseguir, se troviam forze in nui. Dannasi l’empio: è di giustizia effetto. Salvasi il giusto: è di clemenza dono. Questo è da diva man guidato e retto, quei lasciato a se stesso in abbandono. — Non viene a me, non viene alcun, se tratto non è dal Padre mio. Prestisi fede a le voci del Verbo: alcuno affatto mai non perdei di quei ch’egli mi diede. — Sì, disse il Verbo. È temeraria inchiesta del consiglio divin cercar ragione, perché quella a sé tragga e lasci questa alma cader ne l’infernal prigione. D’infinito saper scarsa misura son pochi raggi d’intelletto umano. Questi a noi la sensibile natura secreti asconde, e ’l ricercarli è vano. Ei che del ciel le stelle, ei che l’arene numerate ha del mar, solo comprende perché patisce l’un dovute pene, e l’altro a grazie non dovute ascende. Ma non quindi al peccar porgan licenza sciocchi argomenti, e dica alcun: — L’abisso o ’l ciel m’attende, né cangiar sentenza puossi di quel ch’eternamente è fisso. Perché, duro a me stesso, ognor co’ prieghi inutilmente ho da stancar gli altari, se ’l decreto del ciel non fia ch’io pieghi, quando a me pene o premi egli prepari? Dunque, fia meglio a’ lieti scherzi intento passar con Bacco e con Ciprigna il giorno, e ’l fugace piacer stringer contento, di tempestive rose il crine adorno. — Stolto, non t’ingannar! Ciascun l’inferno col suo voler, col suo poter s’acquista; e la colpa onde merchi il danno eterno destinata non è, ma sol prevista. E per salire al ciel non solo i fini, ma i mezzi ancor son preparati; a Dio sol ne guida un sentier; mentre il cammini, forse puoi dir: — Son degli eletti anch’io. — Ma se per altra via t’inoltri, oh quanto hai ragion di temere! E ’n fra i timori d’un danno eterno, ancor ti darai vanto di goder liete mense e lieti amori? Amareggiati e miseri contenti, che da la via del ciel trânno in disparte! Deh siam quanto si puote al cielo intenti, grazie rendendo a chi ’l poter comparte! Di divina rugiada il seno asperso ne’ dotti fogli suoi così ragiona, a le bestemmie di Pelagio avverso, il saggio, il santo, ond’è famosa Ippona. | 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 |
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