Parnaso Italiano
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Anton Giulio Brignole Sale [1605 - 1665]
Da “Le instabilità dell’ingegno” [1635]
Da “Le instabilità dell’ingegno” [1635]
III
[Contro la fedeltà in amore.]
[Contro la fedeltà in amore.]
Chi nel regno almo d’Amore
brama l’ore - trar serene fuor di pene, d’una sola amante stolto non si chiami; molte n’ami, - ma non molto. Finga pene per ciascuna, ma nessuna - abbia la palma d’arder l’alma; talor esca in mezzo al viso breve pianto, ma fra tanto - in cor sia riso. La modesta, se ti scaccia, tu procaccia - che l’audace ti dia pace; se la bianca ti beffeggia, la brunetta per vendetta - e tu vagheggia. Quando vede donna bella che sol ella - nel tuo petto ha ricetto, in trofeo, meschin, ti mena, flagellato, condannato - a vil catena. Ma se scorge che tu scaltro tosto ad altro - amabil volto sarai vòlto, non si mostra più severa, ma pietosa, amorosa, - lusinghiera. Quel van titolo di fede che ognun chiede - e ognun desia, è pazzia. A vestirsi è fede avvezza di candore, ch’è il colore - di sciocchezza. | 5 10 15 20 25 30 35 |
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