Parnaso Italiano
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Repertorio della poesia italiana tra Cinquecento e Seicento
Girolamo Fontanella [1612ca - 1643/4]
Da “Ode” [1638]
Da “Ode” [1638]
XXXVI
La bella ricamatrice. Al signor Francesco Sacchi.
La bella ricamatrice. Al signor Francesco Sacchi.
Questa Aracne d’amore,
che con dita maestre adopra l’ago e con industre errore prende accorta a fregiar drappo sì vago, l’arteficio e ’l lavor sì ben comparte, ch’a natura fa scorno, invidia a l’arte. Mentre il lino trapunge, d’acute punte il cor ferir mi sento; mentre insieme congiunge e sposa a stami d’or fila d’argento, ne la testura sua pregiata ed alma la prigione d’amor tesse a quest’alma. Su l’ordita ricchezza move l’agile man tanto spedita, ch’a quell’alta prestezza in lei fólgori pensi esser le dita, che fra tremoli rai d’argentei fiori fan con gelidi lampi ardere i cori. Su la rosa gentile, ch’animata di fuor le ride in bocca, il bell’ago sottile pensosetta talor leggiadra incocca, ed in quell’atto insidiosa e vaga, sagittaria d’amor, gli animi impiaga. Talor col puro dente, per aggiungere un fil, l’altro recide, e qual Parca innocente lo stame ancor de la mia vita incide, e con alterni ed ordinati modi mi stringe il cor fra quei minuti nodi. Palla forse è costei, ch’agli atti, a l’arti, a le maniere, al volto ben somiglia colei, ch’in bellezza e valor senno ha raccolto; e qual donna immortal dal ciel venuta, mostra in giovine età mente canuta; o la tenera Flora su le tele a provar viene i suoi pregi, che ricamando infiora con groppi d’or, con ingemmati fregi, e, di se stessa imitatrice, gode schenire altrui con ingegnosa frode; o, novella angioletta, per dimostrar quegli artefìci aurati ha con industria eletta i ricami del ciel qua giù traslati; poi ch’a far sì bell’opre, ad altri ignote, chi celeste non è, giunger non pote. | 5 10 15 20 25 30 35 40 45 |
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